Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14701 del 3 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:14701PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, accertata la pericolosità sociale qualificata di un soggetto per la sua appartenenza a un sodalizio mafioso, può disporre la confisca dei beni riconducibili a tale soggetto, anche se formalmente intestati a terzi, qualora emerga la sproporzione tra i redditi dichiarati e gli acquisti effettuati, nonché la correlazione temporale tra l'accertata pericolosità e l'acquisizione dei beni, senza che sia necessario dimostrare la diretta provenienza illecita dei mezzi finanziari utilizzati, essendo sufficiente l'accertamento della loro incompatibilità con i redditi leciti del proposto. In tale contesto, la mera produzione di documentazione disorganica e inservibile da parte della difesa non è idonea a confutare il quadro probatorio delineato dal giudice di merito, il cui giudizio di sproporzione e correlazione temporale, congruamente motivato, non è censurabile in sede di legittimità se non per violazione di legge o motivazione meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 25/10/2018 della CORTE APPELLO di TORINO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
lette le conclusioni del PG, Dr. Cesqui Elisabetta, che ha chiesto l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1 - Con decreto del 25 ottobre 2018, la Corte di appello di Torino, in parziale riforma del decret…

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