Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34471 del 16 settembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:34471PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori di cui all'art. 612-bis c.p. si configura quando l'agente pone in essere una pluralità di condotte di minaccia, molestia o lesione, anche non necessariamente protratte nel tempo, purché idonee a cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima, ovvero a costringerla a modificare significativamente e in modo duraturo le proprie abitudini di vita, al fine di evitare l'ingerenza del molestatore nella propria sfera privata. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, che consiste nella volontà di porre in essere le condotte persecutorie nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma, senza che sia necessaria la preordinazione di tali condotte. Il reato di atti persecutori può concorrere con quello di danneggiamento, anche quando la condotta dannosa costituisce la modalità esclusiva di realizzazione degli atti persecutori, in quanto i due reati tutelano beni giuridici distinti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. MAURO Anna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/01/2020 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GUARDIANO ALFREDO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore ORSI LUIGI.
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe la corte di appello di Bologna, in parziale riforma della sentenza con cui il tribunale di Bologna, in data 17.4.2019, aveva condannato (OMISSIS) a…

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