Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13838 del 29 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13838PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le norme che prevedono le cause di ricusazione del giudice sono norme eccezionali e, come tali, di stretta interpretazione, sia perché determinano limiti all'esercizio del potere giurisdizionale ed alla capacità del giudice, sia perché consentono un'ingerenza delle parti nella materia dell'ordinamento giudiziario, che attiene al rapporto di diritto pubblico fra Stato e giudice. Ne consegue che la mera connessione probatoria tra due procedimenti, che non comporti una valutazione di merito svolta da uno stesso giudice sul medesimo fatto e nei confronti di identico soggetto, non determina la sussistenza di una ipotesi di ricusazione. Pertanto, il giudice non è incompatibile qualora abbia partecipato al collegio giudicante in un precedente procedimento che, pur avendo ad oggetto fatti connessi sotto il profilo probatorio, riguardi un'associazione criminale diversa e temporalmente distinta rispetto a quella contestata nel processo in cui è stato proposta la ricusazione, senza che il giudice abbia espresso alcuna valutazione di merito sulla posizione dell'imputato ricusante. Inoltre, il mero fatto che in entrambi i procedimenti siano contestate circostanze aggravanti di matrice mafiosa non è sufficiente a determinare l'incompatibilità del giudice, atteso che tali aggravanti attengono alle modalità di perpetrazione dei singoli reati e non al medesimo fatto oggetto di valutazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAPOZZI Angelo - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. BASSI Alessandr - rel. Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza della Corte d'appello di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BASSI Alessandra;
lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa FILIPPI Paola, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello …

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