Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri e della posizione rivestita, si avvale di metodi intimidatori e di condotte corruttive per favorire illecitamente determinati soggetti nell'affidamento di lavori pubblici e nella gestione di attività economiche, commette gravi reati di concussione, corruzione, turbativa d'asta e falso, che integrano un sistematico e prolungato esercizio di attività delittuosa, tale da giustificare l'applicazione di misure cautelari personali anche dopo il pensionamento, in ragione del perdurante pericolo di reiterazione criminosa derivante dalla capacità di condizionare l'operato dell'ufficio pubblico precedentemente diretto. Tali condotte, caratterizzate dall'utilizzo del metodo mafioso, sono particolarmente gravi e meritevoli di adeguata risposta sanzionatoria, in quanto minano la correttezza e la trasparenza dell'azione amministrativa, compromettendo la libera concorrenza e la par condicio tra gli operatori economici, nonché la tutela dell'interesse pubblico sotteso agli appalti e alle concessioni pubbliche.