Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21307 del 21 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21307PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per ingiurie, minacce e violazione degli obblighi di assistenza familiare, afferma che le dichiarazioni della persona offesa, pur non essendo l'unico elemento probatorio, sono state ritenute attendibili dalla Corte di merito sulla base della loro coerenza e della mancanza di ostilità preconcetta, senza che il ricorrente sia riuscito a dimostrare, sul piano logico, l'infondatezza di tale valutazione. Inoltre, la Corte di merito ha adeguatamente esaminato e respinto le deduzioni difensive, ritenendo le contribuzioni economiche del ricorrente saltuarie e insufficienti sulla base di comuni massime di esperienza, senza che il ricorrente possa pretendere una rivalutazione dei fatti in sede di legittimità. Pertanto, il ricorso è dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. AGRO' ((omissis)) - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ou. Ha. ;

contro la sentenza 4 ottobre 2006 della Corte d'Appello di Torino;

Udita la relazione del Consigliere Dott. AGRO'((omissis))no;

Udito il P.G. Dott. STABILE Carmine che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito per il ricorrente l'avvocato CIMMINO Gennaro.

RITENUTO IN FATTO

1. Ou. Ha. , ritenuto responsabile di ingiurie, minacce e violazione degli ob…

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