L'ordine di demolizione di un manufatto edilizio abusivo, emesso ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. 380/2001, costituisce un provvedimento sanzionatorio vincolato, la cui legittimità non richiede una specifica valutazione dell'interesse pubblico alla demolizione né una comparazione con gli interessi privati coinvolti. Infatti, non è configurabile alcun affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di illecito permanente, che il tempo non può legittimare in via di fatto. Pertanto, ai fini della legittimità dell'ordine di demolizione, è sufficiente il mero richiamo dell'abusività dell'opera in rapporto alla strumentazione urbanistica, senza che occorra alcuna ulteriore precisazione. Inoltre, l'obbligo di comunicare l'avvio del procedimento ai sensi dell'art. 7 della Legge 241/1990 non si applica ai provvedimenti sanzionatori in materia edilizia, considerato il loro carattere vincolato. Infine, in presenza di un abuso edilizio, la vigente normativa urbanistica non pone alcun obbligo in capo all'autorità comunale, prima di emanare l'ordinanza di demolizione, di verificarne la sanabilità ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. 380/2001, essendo tale verifica rimessa all'esclusiva iniziativa della parte interessata.