Il Comune ha l'obbligo di adottare gli atti consequenziali all'inottemperanza di un ordine di demolizione di opere edilizie abusive, anche nelle more dell'esame di eventuali istanze di condono o accertamento di conformità presentate dal destinatario del provvedimento demolitorio. Infatti, l'istanza di condono, se proposta prima dell'ordine di demolizione, non sospende l'efficacia di quest'ultimo, mentre l'istanza di accertamento di conformità, ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001, si intende tacitamente respinta decorsi due mesi dalla presentazione, senza che ciò impedisca all'amministrazione di procedere all'esecuzione dell'ordine di demolizione. Inoltre, in presenza di abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, che abbiano comportato aumenti di volumi e/o superfici utili, non è comunque possibile la sanatoria ai sensi dell'art. 146, comma 4, e 167, comma 4, del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Pertanto, decorso il termine di 90 giorni dalla reviviscenza dell'ordine di demolizione, l'amministrazione ha l'obbligo di adottare gli atti consequenziali all'inottemperanza, senza che la pendenza di istanze di sanatoria possa giustificare l'inerzia. Il mancato esercizio di tale obbligo da parte del Comune configura un'illegittima omissione, sanzionabile con l'ordine di provvedere entro un termine perentorio e, in caso di ulteriore inerzia, con la nomina di un commissario ad acta.