Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39798 del 4 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:39798PEN

Massima

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Il procedimento di prevenzione, finalizzato all'applicazione di misure di sicurezza personali e patrimoniali, presenta peculiarità che lo differenziano da altre procedure camerali, incidendo direttamente su beni costituzionalmente tutelati quali la libertà personale, il patrimonio e la libertà di iniziativa economica. In tale contesto, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme che non consentivano lo svolgimento del procedimento nelle forme dell'udienza pubblica, su istanza degli interessati, dinanzi al Tribunale e alla Corte d'Appello. Tuttavia, la mancata trattazione in udienza pubblica non determina alcuna conseguenza processuale ove l'interessato non abbia formalmente e specificamente richiesto, nei gradi di merito, che il giudizio si svolgesse in forma pubblica. Inoltre, l'attualità della pericolosità sociale del proposto, presupposto per l'applicazione della misura di prevenzione, può essere desunta anche da fatti remoti, purché univoco indice della persistenza del comportamento antisociale, e deve essere accertata dal giudice di merito con motivazione immune da vizi logici e giuridici, insindacabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - rel. Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LI. CA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 166/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 03/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA CASSANO;

lette le conclusioni del PG Dott. A. Gialanella che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il 3 novembre 2010 la Corte d'appello di Palermo confermava il decreto del Tribunale di Trapani del 9-23 febbraio 2010, appellato dall'interessato, che aveva sottoposto Li. Ca.F…

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