Il concorso nella detenzione di sostanze stupefacenti si configura non solo quando l'agente partecipa materialmente alle operazioni di detenzione e occultamento della droga, ma anche quando, pur non essendo direttamente coinvolto in tali attività, fornisce un contributo, anche indiretto, che agevoli e rafforzi la condotta criminosa dell'altro concorrente, in quanto tale contributo, ancorché ridotto, integra una forma di agevolazione punibile ai sensi dell'articolo 110 del codice penale. Pertanto, la mera connivenza, che esclude la responsabilità penale, ricorre solo quando l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, senza arrecare alcun apporto, neppure indiretto, alla detenzione della sostanza stupefacente. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del concorso, può legittimamente desumere la consapevolezza dell'agente circa la natura della sostanza detenuta e il suo contributo alla condotta criminosa dalle modalità della condotta stessa, come ad esempio dalla circostanza di essere stato sorpreso insieme all'altro concorrente in prossimità dello stupefacente, in atteggiamento che denoti una partecipazione, anche se non materiale, alle relative operazioni.