Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36676 del 5 ottobre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:36676PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo un diritto costituzionalmente garantito, deve essere esercitato in modo corretto, misurato e obiettivo, senza eccedere i limiti della continenza formale e della verità sostanziale dei fatti. Pertanto, le espressioni utilizzate, anche in ambito di rapporti professionali e commerciali, non possono oltrepassare tali limiti, pena l'integrazione del reato di diffamazione. Il giudice, nel valutare la sussistenza del diritto di critica, deve effettuare un attento bilanciamento tra il diritto alla libera manifestazione del pensiero e il diritto all'onore e alla reputazione della persona offesa, tenendo conto della natura dei rapporti intercorrenti tra le parti, della veridicità dei fatti esposti e delle modalità di esternazione. Solo ove le affermazioni risultino contenute entro i suddetti limiti, il diritto di critica può essere legittimamente esercitato, senza incorrere nella responsabilità penale per il reato di diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FEDERICO Giovanni - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

DO. PI.;

VI. AR.;

avverso ORDINANZA del 27/06/2006 GIUDICE DI PACE di MILANO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. FEDERICO RAFFAELLO;

Letta la requisitoria del Procuratore Generale dott. Vittorio Meloni che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

ritiene quanto segue:

OSSERVA

Il Giudice di Pace di Milano, con provvedimento …

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