Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che l'istituto della monetizzazione degli standard urbanistici costituisce un elemento essenziale della validità del titolo edilizio originario e non può essere posto a fondamento di un successivo titolo edilizio, in assenza di specifici accordi negoziali contenenti ulteriori indicazioni sull'utilizzazione delle aree. Pertanto, la semplice delibera comunale di accoglimento della monetizzazione, senza previsioni derogatorie, non determina automaticamente la riespansione delle facoltà edificatorie dell'area, in quanto la deroga al canone di inedificabilità deve scaturire da accordi negoziali espressi, ai sensi dell'art. 3.4.3, comma 3, del Regolamento comunale sui Programmi Urbani Complessi. Inoltre, in assenza di tali accordi, non sussiste alcuna legittima aspettativa nel rilascio del permesso di costruire, con conseguente legittimità del diniego opposto dall'Amministrazione comunale. La sentenza ha quindi riformato la decisione di primo grado, respingendo il ricorso originario.