Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19930 del 26 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:19930PEN

Massima

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Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella determinazione della pena, anche in relazione alla valutazione delle circostanze aggravanti e attenuanti, purché la motivazione sia logica e coerente con i principi di cui agli artt. 132 e 133 c.p. Pertanto, la censura mossa in sede di legittimità avverso il giudizio di equivalenza tra aggravanti e attenuanti è inammissibile, in quanto rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non postula un'analitica esposizione dei criteri adottati. Inoltre, la deduzione di vizi relativi al riconoscimento della recidiva, se non prospettata nei motivi di appello, è inammissibile in sede di legittimità, in applicazione del principio di corrispondenza tra impugnazione e decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3251/2013 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 07/03/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/02/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRA RECCHIONE;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1.La Corte d…

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