Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27385 del 31 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:27385PEN

Massima

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La minaccia costitutiva del delitto di estorsione, oltre a poter essere esplicita, palese e determinata, può anche essere manifestata in modo indiretto, implicito e indeterminato, purché sia idonea a incutere timore e a coartare la volontà del soggetto passivo, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e alle condizioni ambientali in cui opera. Ai fini della configurabilità del tentativo punibile di estorsione, è sufficiente che l'azione manifesti attitudine a causare l'evento e riveli consapevolezza e volontà dell'agente di realizzarlo, senza che sia necessario il perfezionamento del delitto. La desistenza volontaria dall'azione, che esclude la punibilità del tentativo, ricorre solo quando l'agente, dopo aver compiuto atti costituenti tentativo punibile, muta volontariamente proposito e opera in modo che il delitto non si perfezioni, non anche quando la desistenza è determinata dalla circostanza di essere stato sorpreso in flagranza. Quando la finalità dell'azione criminosa sia l'ingiusto profitto con correlativo altrui danno, la condotta rileva ai fini del tentativo di estorsione e non della sola minaccia grave, essendo il reato di estorsione un titolo specifico di violenza privata, dalla quale si distingue solo per la presenza di tale finalizzazione. Nella determinazione della pena, la confessione resa in stato di flagranza non può essere valorizzata come indice di resipiscenza, in quanto necessitata dalla situazione di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa dalla Corte d' Appello di Catania in data 3/6/2016;
Visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
Udita nell'udienza pubblica del 26/4/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis))a De Santis;
Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'impugnata sentenza la Corte d'Appello di Catania conferma…

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