La mancata esclusione di un concorrente dalla procedura di gara per l'affidamento di un servizio pubblico, nonostante l'assenza dei requisiti soggettivi previsti dalla legge e dal bando di gara, viola il principio di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa, nonché i principi di derivazione comunitaria di parità di trattamento e concorrenza. La stazione appaltante ha l'obbligo di verificare il possesso dei requisiti di partecipazione da parte di tutti i concorrenti e di disporre l'esclusione di quelli che non li soddisfano, senza possibilità di deroghe o valutazioni discrezionali. L'ammissione di un concorrente privo dei requisiti richiesti lede la posizione giuridica degli altri partecipanti alla gara, i quali hanno diritto a che la procedura selettiva si svolga nel rispetto dei principi di trasparenza e parità di trattamento. Pertanto, l'illegittima ammissione di un concorrente non in possesso dei requisiti soggettivi determina l'illegittimità derivata degli atti successivi di aggiudicazione della gara in suo favore, con conseguente diritto del concorrente escluso all'annullamento di tali provvedimenti e al risarcimento del danno.