Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26785 del 12 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:26785PEN

Massima

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Il dolo nel reato di ricettazione può essere desunto anche dalla mancata indicazione da parte dell'imputato delle circostanze in cui è venuto in possesso del bene di provenienza delittuosa, in quanto tale omissione è rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con l'acquisto in mala fede. Ai fini della configurabilità dell'ipotesi attenuata di particolare tenuità del fatto di cui all'art. 648 c.p., occorre che il reato presenti connotazioni di marginalità, occasionalità e modestia, tali da evidenziare una rilevanza criminosa assolutamente modesta, valutata anche in relazione alla natura del bene, all'incidenza del delitto nel settore del credito e all'importo non tenue del titolo, circostanze che non ricorrono nel caso di specie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. ((omissis)), difensore di Ca. Em. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli, sezione 6 penale, in data 12.11.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che il ricorso venga rigettato.

SVOLGIMENTO DEL P…

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