Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10279 del 15 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:10279PEN

Massima

Massima ufficiale
Gli oggetti indicati specificamente nella prima parte dell'art. 4, comma secondo, della l. n. 110 del 1975 sono equiparabili alle armi improprie, per cui il loro porto costituisce reato alla sola condizione che avvenga "senza giustificato motivo", mentre per gli altri oggetti, non indicati in dettaglio, cui si riferisce l'ultima parte della citata disposizione occorre anche che essi appaiano "chiaramente utilizzabili, per le circostanze di tempo e di luogo, per l'offesa alla persona". (Nella specie, la Corte ha ritenuto sussistente il reato nel caso di porto di uno sfollagente, della lunghezza di cm 48, e di un coltello a serramanico, con lama di cm 6, pur se non erano emersi, in concreto, elementi circa la loro destinazione all'offesa alla persona).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonell - rel. Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M.S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza in data 8 ottobre 2010 del Tribunale di Roma nel proc. n. 4394/2010 R.G.;

Visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione svolta, nella pubblica udienza del 29 novembre 2011, dal Consigliere Dr. Antonella Patrizia Mazzei;

udite le conclusioni del Pubblico Ministero presso questa corte di cassazione, in persona del sostituto procuratore general…

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