L'occupazione abusiva di un immobile di proprietà pubblica, anche se dettata da uno stato di necessità e di grave emergenza abitativa, non può essere legittimamente invocata come titolo per la detenzione dell'immobile stesso. Lo stato di necessità può operare al più come scriminante rispetto a eventuali misure sanzionatorie, ma non può essere utilmente fatto valere per contestare i provvedimenti di rilascio, i quali hanno la sola finalità di consentire il recupero dell'immobile da parte della pubblica amministrazione per il suo corretto utilizzo secondo le procedure di legge. Il diritto alla casa, sancito dall'art. 11 della legge n. 881 del 1977, non legittima in alcun modo l'occupazione senza titolo di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. L'amministrazione, nel provvedere al rilascio dell'immobile occupato abusivamente, non è tenuta a valutare in modo approfondito la situazione di fatto dell'occupante, essendo sufficiente il mero accertamento dell'occupazione sine titulo. Infine, la preclusione all'accesso e all'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, quale conseguenza dell'occupazione abusiva, non può essere contestata in questa sede in quanto si tratta di un'evenienza soltanto futura ed incerta.