Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9095 del 6 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:9095PEN

Massima

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Il reato di truffa contrattuale si configura quando l'agente, mediante artifici e raggiri posti in essere al momento della conclusione del negozio giuridico, induce in errore il soggetto passivo, determinandolo a prestare un consenso che altrimenti non avrebbe dato. L'elemento soggettivo del dolo iniziale, che influisce sulla volontà negoziale della vittima falsandone il processo volitivo, rivela la finalità ingannatoria del contratto, a nulla rilevando la successiva inadempienza che costituisce la conclusione dell'attività criminosa. Ai fini della responsabilità penale, è irrilevante che la persona offesa fosse a conoscenza di alcuni vincoli gravanti sul bene oggetto del contratto, essendo sufficiente che gli artifici e i raggiri abbiano determinato il consenso della vittima. Inoltre, la responsabilità penale per il reato di truffa contrattuale sussiste anche nei confronti di coloro che, pur non avendo direttamente intrattenuto i rapporti con la persona offesa, siano risultati pienamente coinvolti nell'affare, essendo a conoscenza delle condizioni del bene e avendo partecipato alla stipula del contratto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 31/05/2018 della CORTE APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. DI PISA FABIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SPINACI SANTE, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 31/05/2018, la Corte di Appello di Genova…

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