Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e posizione, induce un altro pubblico ufficiale a compiere atti contrari ai doveri d'ufficio, realizzando così un indebito vantaggio per sé o per altri, risponde del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Tuttavia, tale reato non sussiste qualora il rapporto tra i due pubblici ufficiali sia di mera colleganza professionale, senza alcun rapporto di sovraordinazione o di potere di pressione, e non vi sia alcun concreto vantaggio o utilità conseguita o perseguita dall'agente. Inoltre, il reato di falso per induzione è integrato quando il pubblico ufficiale, sfruttando la propria competenza e posizione, induce altri a compiere falsità in atti pubblici, anche attraverso la sostituzione di campioni o documenti, al fine di conseguire un risultato favorevole per sé o per terzi. Tuttavia, tale reato si prescrive decorso il termine massimo di prescrizione, tenuto conto dei periodi di sospensione.