Il potere di autotutela amministrativa, disciplinato dagli artt. 21-quinquies e 21-nonies della legge n. 241/1990, consente all'amministrazione di revocare o annullare d'ufficio i propri provvedimenti, anche in assenza di vizi originari, qualora sopravvengano nuove circostanze o esigenze di interesse pubblico. Tale potere, tuttavia, deve essere esercitato nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa di cui all'art. 97 Cost., nonché del principio di tutela dell'affidamento maturato dai destinatari del provvedimento. Pertanto, l'annullamento d'ufficio e la revoca di una procedura concorsuale già avviata e conclusa, pur rientrando astrattamente nell'ambito del potere di autotutela, devono essere adeguatamente motivati e sorretti da un interesse pubblico prevalente rispetto a quello dei partecipanti, i quali hanno legittimamente maturato l'aspettativa di vedere concluso il procedimento. In caso di esercizio illegittimo di tali poteri, i candidati hanno diritto al riconoscimento dell'indennizzo previsto dall'art. 21-quinquies della legge n. 241/1990, quantificato in misura pari almeno alle spese sostenute per la partecipazione alla procedura e per la difesa giudiziale, nonché al risarcimento del danno da perdita di chances.