In tema di infrazioni alle norme valutarie, la giurisdizione del giudice ordinario, nella controversia promossa dal privato per contestare la legittimità di sanzione pecuniaria inflittagli per cosiddetta esportazione di capitali all'estero, non trova limitazioni o deroghe, nemmeno in via temporanea, in relazione alla sopravvenienza dell'art.. 3 della legge 8 ottobre 1976 n.. 689 (modificativo dello art.. 2 della legge 30 aprile 1976 n.. 159), che esclude per determinate ipotesi l'applicabilità di dette sanzioni (infrazioni anteriori al 6 marzo 1976, quando il responsabile effettui dichiarazione confessoria e provveda a far rientrare le disponibilità costituite all'estero), atteso che l'indagine sulla operatività o meno di tale norma, rispetto alla fattispecie in contestazione, non implica la necessità di una riapertura del procedimento amministrativo di cui al R.D.L. 12 maggio 1938 n.. 794 (avente funzione meramente prodromica e di accertamento dell'infrazione, rispetto alla successiva irrogazione della sanzione ed al riscontro giurisdizionale della legittimità di quest'ultima), ma investe i presupposti dell'attuale persistenza della pretesa creditoria dell'amministrazione, alla stregua di una disposizione di legge attributiva di protezione diretta ed immediata alla posizione soggettiva dedotta in giudizio.