Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La confisca di beni prevista dall'art. 12-sexies del d.l. n. 306/1992 è legittima anche in assenza di una formale intestazione degli stessi al soggetto proposto, in quanto il provvedimento ablativo può essere indirizzato al proprietario del terreno su cui insistono i beni, in applicazione del principio di accessione di cui agli artt. 934 e 936 c.c. Pertanto, la mancanza di accatastamento o di intestazione formale non osta alla confisca, essendo sufficiente che i beni risultino nella disponibilità del soggetto proposto. Inoltre, la Corte di merito può ritenere sussistente la sola pericolosità generica, in luogo di quella qualificata originariamente ipotizzata, senza violare il principio di correlazione tra contestazione e pronuncia, purché sia stato garantito il contraddittorio sugli elementi fattuali posti a fondamento della decisione. Infine, le valutazioni di merito operate dalla Corte in ordine alla determinazione dei costi di costruzione e dei redditi di lecita provenienza, se sorrette da adeguata motivazione, non sono sindacabili in sede di legittimità, trattandosi di apprezzamenti di fatto non censurabili se non per vizi logici o motivazionali macroscopici.