Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9862 del 28 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:9862PEN

Massima

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Il diritto di critica e di denuncia, pur costituendo un legittimo esercizio di libertà di espressione, trova un limite nel rispetto della continenza e della proporzionalità delle espressioni utilizzate, le quali non devono trascendere in attacchi ingiustificatamente aggressivi e meramente denigratori dell'onore e della reputazione altrui, superando così il fine informativo proprio della denuncia. Pertanto, l'utilizzo di espressioni oggettivamente offensive, quali l'accusa di aver redatto una "falsa parcella" o di aver aderito ad un'"associazione a delinquere", integra il reato di diffamazione, non potendo essere giustificato né dalla scriminante del diritto di critica, né da quella della provocazione, in assenza di un effettivo fatto ingiusto della persona offesa tale da determinare uno stato di ira sproporzionato rispetto alla reazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 28/02/2012 del Tribunale di Varese;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Carlo Zaza;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. GALASSO Aurelio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con la sentenza impugnata, in parziale riforma della sentenza del Giudice di pace di Varese del 29/04/…

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