Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9192 del 17 marzo 2022

ECLI:IT:CASS:2022:9192PEN

Massima

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Il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose non può essere integrato dall'esercizio di una facoltà tipicamente ricompresa nell'esercizio di un diritto la cui spettanza al soggetto agente non è contestata, quando l'attività posta in essere non incide apprezzabilmente sulle facoltà o sulle pretese vantate dalla persona offesa. Colui che è nel possesso del bene e che contrasta, nella flagranza o quasi flagranza, la turbativa portata da terzi a tale possesso non può essere autore dell'illecito di cui all'art. 392 c.p., atteso che milita a suo favore la possibilità di autotutela (applicazione del diritto alla legittima difesa "vim vi repellere licet"). L'arbitrarietà dell'esercizio delle proprie ragioni va esclusa quando l'agente attua un comportamento violento per mantenere il suo possesso attuale (violenza manutentiva) o per recuperarlo nell'immediatezza dello spoglio subito (violenza reintegrativa), perché in entrambi i casi l'ordine giuridico preesistente è conservato e non turbato. L'indistinta riferibilità di un fatto a più soggetti deve essere adeguatamente supportata dalle risultanze istruttorie, non potendo fondarsi su mere suggestioni o valutazioni apodittiche. L'estrema indeterminatezza di frasi minacciose, prive di un concreto riferimento a eventi lesivi della sfera di libertà morale della persona offesa, esclude la configurabilità del reato di minacce.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierlui - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
3. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di appello di Messina del 18 settembre 2020;
vasti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis))' Raddusa;
sentita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio dei capi 1 e 4 e rigetto nei rest…

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