La retrodatazione dei termini di durata della custodia cautelare ai sensi dell'art. 297, comma 3, c.p.p. non opera rispetto a provvedimenti emessi in procedimenti diversi non caratterizzati da connessione qualificata ai sensi dell'art. 12 c.p.p., comma 1, lett. b) e c), ovvero quando i reati siano stati commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso o gli uni per eseguire o occultare gli altri. Anche in caso di comprovata connessione qualificata, la retrodatazione opera solo per i fatti desumibili dagli atti prima del rinvio a giudizio nel procedimento in cui è stata emessa la prima ordinanza. La valutazione sulla sussistenza della connessione qualificata è rimessa all'apprezzamento esclusivo del giudice di merito, incensurabile in sede di legittimità ove congruamente motivata. La separazione dei procedimenti non è di per sé indicativa di una scelta indebita dell'autorità giudiziaria, potendo dipendere dalla non immediata evidenza della rilevanza probatoria degli elementi acquisiti o dalla necessità di procedere a distinti rinvii a giudizio per reati non connessi in modo qualificato.