Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26353 del 21 settembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:26353PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così espresso: La diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l'uso di una bacheca "Facebook" integra un'ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell'articolo 595, comma 3, del codice penale, in quanto la condotta realizzata è potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato o quantitativamente apprezzabile di persone, configurando così un'offesa arrecata "con qualsiasi altro mezzo di pubblicità" diverso dalla stampa. Tuttavia, l'imputato condannato per il reato meno grave di diffamazione semplice ex art. 595 c.p. non ha interesse a dedurre l'incompetenza per materia del giudice di pace, in quanto l'accoglimento di tale motivo di ricorso, comportando la qualificazione del fatto in termini più gravi, non determinerebbe per il ricorrente una situazione pratica più vantaggiosa di quella realizzata dal provvedimento impugnato. Inoltre, la motivazione della sentenza non è censurabile per genericità, ove il ricorrente si limiti a rammentare la funzione della motivazione senza indicare alcuna specifica critica inerente a quella in concreto svolta nel provvedimento impugnato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M. - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/05/2019 del TRIBUNALE di SAVONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RENATA SESSA;
lette le conclusioni illustrate per iscritto, Decreto Legge n. 18 del 2020, ex articolo 83, comma 12 ter conv. dalla L. n. 27 del 25020, dal Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DI LEO GIOVANNI, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FAT…

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