Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3492 del 24 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:3492PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere si configura quando sussistono tre elementi fondamentali: a) un vincolo associativo, tendenzialmente permanente o comunque stabile, destinato a durare anche oltre la realizzazione dei delitti concretamente programmati; b) una struttura organizzativa idonea a realizzare gli obiettivi criminosi presi di mira; c) l'indeterminatezza del programma criminoso. Il dolo del delitto di associazione a delinquere è integrato dalla coscienza e volontà di partecipare attivamente alla realizzazione del programma delinquenziale in modo stabile e permanente, desumibile anche dalla stessa realizzazione dell'attività delittuosa in modo conforme al piano associativo. È possibile la continuazione tra il delitto di partecipazione ad un'associazione per delinquere ed i reati-fine, quando il giudice verifichi che questi ultimi erano stati programmati, pur nelle sole linee essenziali, al momento della costituzione dell'associazione. La valutazione della prova indiziaria si svolge in due fasi: l'esame dei singoli elementi indiziari per apprezzarne la certezza e l'intrinseca valenza indicativa, e l'esame globale di quegli elementi ritenuti certi per verificare se la relativa ambiguità di alcuno di essi, isolatamente considerato, possa risolversi in una visione unitaria, tale da consentire comunque l'attribuzione del fatto illecito all'autore al di là di ogni ragionevole dubbio. La prova logica non costituisce uno strumento meno qualificato rispetto alla prova diretta, quando sia conseguita con la rigorosità metodologica che giustifica e sostanzia il principio del cosiddetto libero convincimento del giudice. La determinazione della pena, in generale, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che la esercita in aderenza ai principi enunciati negli articoli 132 e 133 c.p.; ne discende che è comunque inammissibile la censura che, nel giudizio di cassazione, miri ad una nuova valutazione della congruità della pena la cui determinazione non sia frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI G. - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergi - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI G. - Consigliere

Dott. SARACO Anton - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/09/2017 della CORTE DI APPELLO DI MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. Piero MESSINI D'AGOSTINI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. MARINELLI Felicetta, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi;
uditi i difensori avv. (OMISSIS), in sostituzione …

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