Il provvedimento amministrativo di diniego di concessione per l'occupazione di suolo pubblico, adottato in applicazione di una disposizione regolamentare che prevede il divieto di rilascio di nuove concessioni per tre anni a seguito dell'accertamento della terza violazione continuativa di occupazione abusiva, è illegittimo qualora l'amministrazione non abbia adeguatamente motivato e istruito il provvedimento in ordine alla sussistenza dei presupposti di fatto della continuità delle violazioni, al di là della mera applicazione della presunzione legale di continuità prevista dal regolamento. Infatti, laddove la presunzione legale non operi per il decorso di un termine superiore a trenta giorni tra le violazioni, l'amministrazione è tenuta a svolgere un'attività discrezionale di valutazione degli elementi fattuali idonei a dimostrare la continuità delle condotte abusive, motivando adeguatamente il provvedimento. Inoltre, il mancato rispetto dell'obbligo di comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, previsto dall'art. 10-bis della legge n. 241/1990, determina l'illegittimità del provvedimento di diniego, non essendo applicabile in tal caso la previsione di cui all'art. 21-octies, comma 2, della medesima legge, in quanto l'attività amministrativa in questione non può essere qualificata come vincolata.