Il rilascio di certificazioni mediche false, in cambio di denaro o altri benefici, da parte di medici compiacenti, al fine di ottenere indebiti vantaggi processuali, integra un grave quadro indiziario che giustifica l'applicazione di misure cautelari personali, in ragione dell'esigenza di impedire il protrarsi di condotte illecite e la reiterazione del reato. Le dichiarazioni rese dal medico autore materiale dei certificati falsi, qualificato come vittima di minacce da parte degli indagati, sono utilizzabili nel procedimento, non essendo egli indagato per il medesimo reato, in quanto la sua posizione non assume i connotati dell'indizio di reità sin dall'inizio, ai sensi dell'art. 63 c.p.p. Le intercettazioni disposte in un diverso procedimento penale, strettamente connesso e collegato sotto il profilo oggettivo, probatorio e finalistico al reato per cui si procede, sono legittimamente utilizzabili, non integrando una violazione del divieto di cui all'art. 270 c.p.p.