Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29275 del 21 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29275PEN

Massima

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Il reato di corruzione impropria è configurabile quando il pubblico ufficiale, in violazione dei doveri d'ufficio, accetta denaro o altra utilità per compiere atti contrari ai propri doveri, anche se l'atto non rientra tra quelli espressamente previsti come corruttivi. Ai fini dell'applicazione di misure cautelari personali per tale reato, è sufficiente la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza desumibili da elementi probatori oggettivi, come le risultanze di videoriprese e intercettazioni ambientali che documentino il passaggio di denaro tra il privato e il pubblico ufficiale, nonché la valutazione della condotta del pubblico ufficiale durante l'espletamento dell'atto, anche se non vi sia prova diretta della dazione di denaro. Inoltre, la disinvoltura mostrata dal privato nel consegnare il denaro, senza porsi il problema di un eventuale rifiuto o di una denuncia, costituisce un elemento idoneo a giustificare il pericolo di reiterazione del reato e, quindi, l'applicazione di una misura cautelare personale, anche in assenza di precedenti specifici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato L - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. ZAZA Car - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pr. Ro. , nata a (OMESSO);

avverso l'ordinanza della Sezione del riesame del Tribunale di Palermo in data 7.2.2011;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con il provv…

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