Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25883 del 1 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25883PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.) sussiste anche quando l'imputato fornisce in più occasioni diverse generalità, pur mantenendo invariata la data di nascita, in quanto le differenze nei nomi e nei cognomi investono elementi essenziali dell'identità personale e non possono essere considerate irrilevanti ai fini dell'integrazione del reato. La valutazione della rilevanza delle discrepanze nelle generalità fornite dall'imputato in diverse circostanze rientra nell'ambito del merito del giudizio e non può essere censurata in sede di legittimità, se non per manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione. Pertanto, il giudice di merito non può esimersi dall'esaminare compiutamente tutti gli episodi di falsa attestazione di identità contestati, senza limitarsi a ritenere prescritto il solo fatto più risalente nel tempo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BRESCIA;

nei confronti di:

1) TH. OU. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 974/2010 TRIBUNALE di BERGAMO, del 25/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ADRIANA CARTA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.<…

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