Il Comune, nell'ambito della propria funzione di vigilanza e controllo sull'attività urbanistica ed edilizia, ha il potere-dovere di accertare la conformità edilizia e la compatibilità paesaggistica di opere realizzate in assenza di titolo abilitativo e in zone vincolate, anche attraverso il procedimento di accertamento di conformità ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001, potendo a tal fine fare riferimento ai concetti di volumetria e superficie utile previsti dall'art. 167, comma 4, del D.Lgs. n. 42/2004, in quanto nozioni tecniche specificate dalla normativa urbanistico-edilizia. Il Comune può quindi rilevare l'insanabilità paesaggistica e, conseguentemente, edilizia di strutture per le quali si chiede la sanatoria, qualora accerti che le opere realizzate in assenza di titolo abilitativo e di autorizzazione paesaggistica costituiscano un aumento volumetrico illegittimo ai sensi dell'art. 167 del D.Lgs. n. 42/2004, nonché opere funzionali e strettamente connesse a tale abuso principale. In tali casi, il Comune è tenuto a respingere l'istanza di accertamento di conformità, in quanto l'intervento edilizio non risulta sanabile né sotto il profilo edilizio né sotto quello paesaggistico.