Il bene immobile di proprietà comunale, sottoposto a vincolo di interesse artistico e storico ai sensi della legge n. 1089 del 1939, rientra nel patrimonio indisponibile dell'ente locale e, pertanto, è soggetto al regime giuridico pubblicistico, con la conseguenza che l'amministrazione può esercitare i poteri di autotutela esecutiva per riacquisirne la disponibilità, anche in assenza di un regolare atto di concessione in favore del privato occupante. Infatti, la mancata formalizzazione di un provvedimento concessorio espresso, entro i termini previsti dal regolamento comunale, non determina l'applicazione del meccanismo del silenzio-assenso, trattandosi di un atto di natura discrezionale che richiede una ponderazione dell'interesse pubblico alla fruizione collettiva del bene demaniale, non surrogabile dal silenzio significativo dell'amministrazione. Pertanto, in assenza di un valido titolo concessorio, l'occupazione del bene pubblico da parte del privato è da considerarsi abusiva, senza che possa sorgere in capo all'occupante un legittimo affidamento tutelabile, neppure a fronte della prolungata inerzia dell'ente proprietario nel far valere le proprie ragioni.