Cassazione penale Sez. II sentenza n. 28175 del 19 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:28175PEN

Massima

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La presunzione di illegittima provenienza delle risorse patrimoniali accumulate da un soggetto condannato per determinati reati può essere superata dalla prova di fonti lecite e proporzionate di produzione, sia costituite dal reddito dichiarato ai fini fiscali, sia provenienti dall'attività economica svolta, anche se non integralmente evidenziate nella dichiarazione dei redditi. Tuttavia, l'onere di allegare e dimostrare tali fonti lecite di produzione grava sull'interessato, senza che ciò si risolva in una richiesta di prova diabolica, essendo sufficiente l'esposizione di fatti e circostanze specifici e rilevanti, la cui valutazione spetta al giudice di merito. In assenza di tali allegazioni, la sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati legittima la presunzione di illecita provenienza, che può condurre alla confisca dei beni, senza che il giudice sia tenuto a considerare eventuali prestiti o debiti contratti dal soggetto, in quanto questi ultimi contribuiscono proprio a determinare la suddetta sproporzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. MONACO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/02/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FABIO DI PISA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PERELLI SIMONE che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Udito il difensore dell'imputato l'Avvocato (OMISSIS) che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUT…

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