Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La pubblica amministrazione, nell'espletamento di procedure selettive per il conferimento di incarichi professionali, è tenuta a rispettare i principi di imparzialità, trasparenza e buon andamento di cui all'art. 97 della Costituzione. Ciò comporta l'obbligo di verificare con rigore il possesso dei requisiti di partecipazione da parte dei candidati, senza ammettere alla selezione coloro che non dimostrino in modo chiaro ed inequivocabile il requisito di idoneità professionale richiesto dal bando. La mancata osservanza di tali principi determina l'illegittimità dell'affidamento dell'incarico, con conseguente diritto del candidato escluso a subentrare nella posizione contrattuale del soggetto indebitamente selezionato. Inoltre, l'amministrazione è tenuta a valutare con attenzione le dichiarazioni rese dai partecipanti, accertando la veridicità delle stesse e, in caso di dichiarazioni non veritiere, applicando la sanzione della decadenza prevista dall'art. 75 del D.P.R. n. 445/2000. Il rispetto di tali principi e regole procedimentali costituisce un presupposto essenziale per assicurare la correttezza e l'imparzialità della selezione, a tutela del buon andamento e dell'imparzialità dell'azione amministrativa.