Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49183 del 14 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:49183PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la motivazione della sentenza impugnata, non può sostituire la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta dal giudice di merito, ma deve limitarsi a verificare la tenuta logica della pronuncia, accertando l'esistenza di un apparato argomentativo coerente e plausibile, senza poter sindacare l'intrinseca adeguatezza e congruità delle argomentazioni utilizzate. Il sindacato di legittimità sulla motivazione è circoscritto ai vizi tassativamente previsti dall'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p., ovvero l'assenza di motivazione, la manifesta illogicità e la contraddittorietà della stessa. Pertanto, censure relative all'incongruità, non plausibilità, non persuasività, insufficienza o insoddisfacenza della motivazione sono estranee al giudizio di legittimità e non possono essere efficacemente introdotte. Nei riti alternativi al dibattimento, come il giudizio abbreviato, la formazione della prova segue regole peculiari, caratterizzate dalla possibilità di deroghe al principio del contraddittorio, giustificate dal consenso dell'imputato. Tuttavia, tali deroghe non intaccano il principio del contraddittorio, che rimane cardine indefettibile del giusto processo, ma incidono solo sulle modalità di formazione della prova. Pertanto, il giudice è comunque tenuto ad applicare le ordinarie regole di valutazione della prova, senza poter intervenire con una logica di "supplenza compensativa" a favore dell'una o dell'altra parte. In particolare, le dichiarazioni della persona offesa possono essere legittimamente poste a fondamento dell'affermazione di responsabilità penale dell'imputato, previa verifica della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, con un vaglio più penetrante e rigoroso rispetto a quello cui sono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone. Tale valutazione, essendo una questione di fatto, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo che il giudice sia incorso in manifeste contraddizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. ALMA Marco Mari - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andre - est. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), n. in (OMISSIS), rappresentato e assistito dall'avv. (OMISSIS), di fiducia;
avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano, terza sezione penale, n. 4871/2012, in data 13.02.2013;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
preso atto della ritualita' delle notifiche e degli avvisi;
sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea;
udita la requisitoria del Sostituto procuratore generale Dot…

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