Il direttore dei lavori, nell'esecuzione dell'incarico affidatogli dal committente, è tenuto a svolgere un'attività di alta sorveglianza e controllo sull'andamento dei lavori, al fine di garantire la realizzazione dell'opera senza difetti costruttivi. Tale obbligo comporta l'accertamento, in corso d'opera, della conformità della progressiva realizzazione dell'opera al progetto e della rispondenza delle modalità esecutive alle regole dell'arte, nonché l'adozione di tutti i necessari accorgimenti tecnici volti a prevenire l'insorgenza di vizi e difformità. Il direttore dei lavori non può, pertanto, esimersi da responsabilità adducendo di aver contestato i vizi all'appaltatore solo dopo il completamento dei lavori, in quanto tale condotta omissiva integra una violazione dei suoi doveri professionali. La valutazione della diligenza del direttore dei lavori non deve essere effettuata con riferimento al normale concetto di diligenza, bensì alla stregua della diligentia quam in concreto, in considerazione delle peculiari competenze tecniche richieste per lo svolgimento dell'incarico. Ne consegue che l'omissione di periodiche visite e controlli in cantiere, finalizzati a verificare l'osservanza delle regole dell'arte da parte dell'appaltatore, configura una colpa grave del direttore dei lavori, che lo rende responsabile per i vizi e le difformità dell'opera realizzata.