Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46315 del 16 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:46315PEN

Massima

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La minaccia grave, ai sensi dell'art. 612 c.p., comma 2, deve essere valutata in relazione all'entità del turbamento psichico causato alla persona offesa, desumibile dall'entità del male minacciato, dalle circostanze concrete in cui la minaccia è stata proferita e dalle condizioni personali dell'autore e della vittima. L'espressione di una minaccia, pur se di contenuto potenzialmente lesivo, non accompagnata dal possesso di alcuna arma, non integra necessariamente il reato di minaccia grave, potendo configurare il meno grave reato di minaccia semplice di cui al comma 1 del medesimo articolo. Il giudice di merito, nel valutare la gravità della minaccia, deve pertanto tenere conto di tutti gli elementi fattuali e soggettivi rilevanti ai fini della configurazione del reato, senza limitarsi al solo tenore letterale delle parole utilizzate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. IACOBELLIS Marcello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di PALERMO;

nei confronti di:

1) CA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 26/03/2007 GIUDICE DI PACE di CEFALU';

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IACOBELLIS MARCELLO;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dr. Montagna che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISI…

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