Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33278 del 29 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:33278PEN

Massima

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Il reato di falsità ideologica in atto pubblico si considera consumato alla data più risalente tra quelle indicate nell'imputazione, qualora l'accusa non riesca a provare con precisione il momento esatto della commissione del fatto. In tal caso, il termine di prescrizione del reato decorre dalla data più favorevole all'imputato, in applicazione del principio del favor rei. Il giudice, nell'accertare la prescrizione, non può limitarsi a quanto affermato in sede di appello, ma deve esaminare attentamente tutti gli atti del procedimento, anche quelli allegati al ricorso, per ricostruire con precisione la data di consumazione del reato. Ove emerga che tale data è antecedente a quella indicata in sentenza, il reato deve essere dichiarato estinto per intervenuta prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 29/2009 CORTE APPELLO di CATANIA, del 28/11/2013;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/03/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EDUARDO DE GREGORIO;
Udito il Procuratore Generale.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Catania ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, che aveva condannato l'imputato alla pena di giustizia per il delitto di cui agli articoli 476-482 c.p., per aver falsificato un …

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