Il divieto di rinnovo dei contratti pubblici scaduti, introdotto dall'art. 23 della legge n. 62/2005, ha valenza generale e preclusiva, non consentendo interpretazioni estensive o deroghe basate su altre disposizioni dell'ordinamento, in quanto finalizzato all'adeguamento della disciplina nazionale a quella comunitaria in materia di tutela della concorrenza nell'affidamento degli appalti pubblici. Pertanto, il rinnovo di un contratto di appalto pubblico scaduto non può essere ammesso neppure qualora il bando di gara e il contratto originario ne avessero previsto tale possibilità, in quanto la sopravvenuta norma imperativa prevale sulle previsioni negoziali difformi. Inoltre, l'art. 7, comma 2, lett. f), del d.lgs. n. 157/1995, che consente l'affidamento a trattativa privata di nuovi servizi analoghi a quelli già affidati, non è applicabile al caso di rinnovo di un contratto scaduto, in quanto tale disposizione presuppone una nuova autonoma aggiudicazione e la conformità dei nuovi servizi ad un progetto di base, elementi non ricorrenti nella fattispecie del rinnovo contrattuale.