Il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di stranieri clandestini, commesso con violenza e minacce, non può essere escluso dalla dichiarazione di illegittimità costituzionale della fattispecie relativa all'ingresso illegale dello straniero, in quanto la condotta di chi ha fatto entrare lo straniero o ne ha favorito l'ingresso nel territorio dello Stato per indurlo alla prostituzione rimane penalmente rilevante. Le attenuanti generiche possono essere legittimamente negate in ragione della gravità dei fatti, consistenti nell'introduzione clandestina di donne straniere in Italia con la falsa promessa di un lavoro regolare e nella loro successiva destinazione al mercato della prostituzione mediante violenze e minacce di ritorsioni verso i familiari. La pena inflitta, se contenuta entro il medio edittale, non necessita di una motivazione ulteriore rispetto all'uso delle formule tipiche o al richiamo all'articolo 133 c.p.