Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4848 del 4 aprile 1990

ECLI:IT:CASS:1990:4848PEN

Massima

Massima ufficiale
E` manifestamente infondata la questione di legittimita` costituzionale, per contrasto con l' art. 3 della costituzione, della norma contenuta nell'art. 2 n. 1 lett. b) legge 18 febbraio 1987, n. 34 sollevata sul rilievo che questa ha riservato eguale trattamento giuridico (diminuzione della pena nella misura di un quarto) a soggetti ritenuti colpevoli di reati diversi o di diversa gravita`, in una gamma oscillante fra l'omicidio volontario materialmente commesso e il semplice concorso morale in lesioni personali volontarie gravissime. infatti, a parte l'inconcepibile distinzione fra concorso materiale e morale nel delitto, se e` vero che il principio di uguaglianza sancito dall'art. 3 della costituzione deve intendersi nel senso che a situazioni omogenee debbano corrispondere norme identiche, ovvero che posizioni differenziate debbano ricevere trattamento giuridico diverso, non e` men vero che il giudizio sulla parita` o disparita` rientra pur sempre nel campo della discrezionalita` del legislatore, purche` siano rispettati i limiti della ragionevolezza e degli altri precetti costituzionali. e nella specie la scelta del legislatore non appare irrazionale e non confligge con l' art. 3 della costituzione, atteso che le ipotesi di omicidio consumato, omicidio tentato e lesioni personali volontarie gravissime hanno come denominatore comune il fatto di rappresentare i piu` gravi delitti contro la persona, in vista di che la diminuzione di pena per i dissociati da tali reati (soli o congiunti ad altri illeciti), a differenza di condanne per altre ipotesi delittuose, e` stata contenuta nel piu` ristretto ambito di un quarto.

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