La mancata assegnazione in regolarizzazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica occupato sine titulo è legittima qualora il reddito complessivo del nucleo familiare del richiedente superi il limite normativo previsto per l'accesso a tale tipologia di alloggi, anche qualora l'Amministrazione non abbia considerato il reddito di tutti i componenti del nucleo familiare. Infatti, l'art. 53 della l.r. Lazio n. 27/2006, che disciplina la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo, non richiama l'applicazione dell'art. 50, co. 3, della medesima legge, il quale consente a coloro che superano per due anni consecutivi il limite di reddito annuo per la decadenza dall'assegnazione di accettare l'applicazione di un canone determinato in base a specifici criteri. Tale previsione, infatti, ha un ambito di applicazione diverso e non sovrapponibile a quello dell'istanza di assegnazione in regolarizzazione, riferendosi ai soli rapporti già in corso di assegnazione. Inoltre, il mero decorso del tempo dalla presentazione dell'istanza di regolarizzazione non determina il formarsi di un legittimo affidamento in capo all'occupante abusivo, né la formazione del silenzio assenso, attesa la natura sostanzialmente concessoria del provvedimento di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, espressione della comparazione di rilevanti interessi pubblici con quelli privati.