Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22202 del 3 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22202PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per i reati di ingiuria e minaccia, afferma il principio per cui l'ammissione di prove non tempestivamente indicate nelle liste testimoniali non comporta nullità o inutilizzabilità delle stesse, rientrando nei poteri del giudice l'assunzione anche d'ufficio di prove irregolarmente indicate. Inoltre, le censure relative alla valutazione delle risultanze probatorie, volte a sollecitare un riesame del merito non consentito in sede di legittimità, sono inammissibili, essendo il giudice di cassazione vincolato al controllo della motivazione per vizi logici o giuridici manifesti. Infine, la mancanza di querela da parte di uno dei soggetti passivi del reato di ingiuria è irrilevante, ove risulti accertato che l'espressione offensiva fosse diretta anche nei confronti della persona che ha proposto querela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VA. GI., N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 10/05/2007 CORTE DI APPELLO di ANCONA;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. OLDI PAOLO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI POPOLO Angelo, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza in data 10 maggio 2007…

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