Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10566 del 5 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:10566PEN

Massima

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Il registro di protocollo, in quanto atto pubblico accompagnato da fede privilegiata, integra la connotazione pubblicistica della scrittura, sicché la materiale apposizione sul documento del timbro riproducente la data di ricezione e il numero attribuitogli costituisce un'operazione unica e contestuale, avente la stessa natura di atto pubblico. Pertanto, annotare falsamente sul registro protocollo una missiva pervenuta in un giorno diverso da quello risultante dalla falsa annotazione e indirizzata ad un destinatario parzialmente diverso rispetto alla originaria missiva, in modo da far risultare la missiva in questione pervenuta il giorno antecedente alla data di effettivo arrivo presso l'ufficio pubblico di destinazione, attribuendole anche il numero progressivo che contraddistingueva la missiva originaria, integra il reato di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ai fini della configurabilità del reato di falso per soppressione non si richiede la materiale distruzione dell'atto, essendo sufficiente che all'azione criminosa consegua una immutazione del vero nel senso che risulti falsamente inesistente l'atto soppresso o occultato. Integra il concorso morale nel reato il comportamento di chi, con la propria consapevole condotta, abbia anche solo rafforzato il proposito criminoso dell'autore materiale del reato, come nel caso in cui l'intervento dell'imputato sia stato finalizzato a convincere l'autore materiale ad operare la sostituzione di una missiva con l'altra, secondo le indicazioni di un terzo, concorrendo in tal modo, quanto meno sotto il profilo morale, in termini di rafforzamento della volontà dell'agente nel reato di falso commesso. Il dolo generico, richiesto per i reati di falso, sussiste anche quando l'imputato, pur manifestando incertezze sulla legittimità dell'intervento richiestogli, non si sia astenuto dal procedere alla soppressione e alla falsificazione del protocollo, sintomatiche della consapevolezza delle conseguenze sull'atto pubblico della sua condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfre - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS) e da (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata dalla corte di appello di Venezia il 25.9.2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. Alfredo Guardiano;

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;

udito per la (OMISSIS), il difensore di fiducia, avv…

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