E' manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art.. 24 D.P.R. 19 marzo 1956, n.. 303, proposta sotto il profilo che tale norma, nel disporre che devono essere adottati provvedimenti consigliati dalla tecnica per diminuire l'intensità dei rumori, non indica quali livelli sonori siano da considerare accettabili; con violazione del principio di legalità e di parità di trattamento di cui agli artt. 25 e 3 COST.. invero la corte costituzionale ha già avuto occasione di dichiarare (sent. 27 maggio 1961 n.. 27; 14 aprile 1980 n.. 49) che il principio di legalità "non è attuato nella legislazione penale seguendo sempre un criterio di rigorosa descrizione del fatto. Spesso le norme penali si limitano ad una descrizione sommaria o all'uso di espressioni meramente indicative, realizzando nel miglior modo possibile l'esigenza di una previsione tipica dei fatti costituenti reato". in tali casi (non infrequenti nel nostro sistema penale: artt. 527, 570, 594, 595, 705, 708 cod. pen. etc.), la dizione della norma è integrata dall'apprezzamento concreto del magistrato, il quale può utilizzare le nozioni proprie del linguaggio e dell'intelligenza comuni, i concetti di comune esperienza, le indicazioni fornite dalla tecnica e così via, senza che ciò comporti invasione della sfera di discrezionalità riservata al legislatore.