Il certificato di agibilità di cui all'art. 24 del D.P.R. n. 380/2001 attesta non solo le condizioni di igiene e salubrità, ma anche le condizioni di sicurezza, di risparmio energetico e, ove previsto, di rispetto degli obblighi di infrastrutturazione digitale dei locali. Pertanto, in assenza di tale certificato, il Comune è legittimato a disporre la chiusura immediata dell'attività, non essendo sufficiente il mero accertamento delle sole condizioni igienico-sanitarie da parte dell'autorità competente. La giurisprudenza ha infatti affermato che la mancanza del certificato di agibilità comporta la necessità di disporre la chiusura dei locali, non potendo condividersi l'orientamento secondo cui la chiusura sarebbe consentita solo in caso di gravi irregolarità sanitarie, in quanto tale previsione si riferisce alla diversa ipotesi in cui l'attività, regolarmente esercitata in forza del certificato di agibilità, risulti successivamente priva - in concreto, per le effettive modalità del suo esercizio - dei requisiti igienico-sanitari necessari ai fini del rilascio dell'autorizzazione sanitaria.