L'impugnazione per revocazione di una sentenza della corte di cassazione - ancorche` proposta postulando l'incostituzionalita` della normativa vigente, esclusiva dello stesso rimedio - deve essere effettuata, secondo quanto si evince dagli artt. 325, 327 e 398 e 400 c. p.c., nelle forme e nei termini previsti per il ricorso per cassazione, la cui decorrenza va stabilita in base alla disciplina dettata per le varie ipotesi di revocazione. Pertanto, nella fattispecie prevista dal n. 4 dell'art. 395 c. p.c. - come in quella di cui al n. 5 dello stesso articolo - nella quale la revocazione riguarda un errore immediatamente riconoscibile dalla parte e configura un mezzo ordinario d`impugnazione, il ricorso deve essere proposto, a pena d`inammissibilita`, nel termine di sessanta giorni dalla notificazione della sentenza o, in mancanza, nel termine di un anno dalla sua pubblicazione, salva la maggiorazione per il periodo di sospensione feriale. L'avvenuto decorso di tali termini comporta l'inammissibilita` dell'istanza di revocazione con riguardo all'ipotesi prevista dall'art. 395 n. 4 c. p.c. nei limiti indicati dalla sentenza della corte costituzionale n. 17 del 1986 (o dell'eventuale estensione agli ulteriori casi di revocazione, previo ulteriore giudizio dell'illegittimita` costituzionale, del principio affermato da tale sentenza), senza che per cio` sia configurabile alcuna violazione del diritto di difesa garantito dall'art. 24 della costituzione.  da vedere: Sen 03/07/1987 5851 sez L Civ Sen 03/07/1987 5851 sez L Civ Sen 03/07/1987 5851 sez L Civ