Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23618 del 5 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23618PEN

Massima

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Il mancato rientro in abitazione durante l'orario di permanenza obbligatoria imposto dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza integra il reato di cui all'art. 9, comma 1, della Legge n. 1423 del 1956, anche in assenza di una personale giustificazione da parte dell'imputato, essendo sufficiente l'accertamento da parte degli agenti di polizia giudiziaria dell'allontanamento dell'imputato dalla propria abitazione negli orari vietati. La prescrizione del reato non opera qualora il processo sia stato sospeso per un periodo di tempo significativo a causa di rinvii richiesti dalla difesa, in quanto tali sospensioni vanno computate ai fini del calcolo del termine prescrizionale. Il giudice di merito, nel valutare la prova, può legittimamente fondare la propria decisione di condanna sugli atti di polizia giudiziaria acquisiti nel processo, in particolare sui verbali di accertamento del reato, senza che ciò integri un vizio di motivazione, ove tali atti siano esaustivamente e logicamente argomentati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3196/2013 CORTE APPELLO di PALERMO, del 25/10/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha concluso per annullamento senza rinvio per prescrizione.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 25.10.2013, pronunciata in assenza de…

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