Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11934 del 26 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11934PEN

Massima

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La contraffazione della firma di un soggetto su assegni bancari, anche se commessa in via continuata, integra il reato di cui all'art. 485 c.p. e comporta la condanna dell'autore alla pena detentiva, senza possibilità di concessione delle circostanze attenuanti generiche, qualora la prova della responsabilità emerga da una pluralità di elementi certi, univoci e concordanti, quali le dichiarazioni della persona offesa, l'attestazione della consegna del blocchetto di assegni all'imputato e la presentazione all'incasso di uno di essi, nonché le testimonianze di coloro che hanno ricevuto gli assegni dall'imputato, ancorché apparentemente firmati dalla persona offesa. In tali casi, la motivazione della sentenza di condanna è immune da vizi, essendo adeguatamente supportata dalla valutazione complessiva degli elementi probatori, e la determinazione della pena nel minimo edittale aumentato per la continuazione risulta congrua e proporzionata alla gravità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. PA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2808/2008 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 05/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto.

RITENUTO

1 - Pa. Pa. ricorre contro sentenza dell…

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